La Polenta di Castagne (di Neccio)
La farina di neccio di Garfagnana è una denominazione che designa la farina ottenuta dalla macinatura di castagne secche prodotte in diverse località della provincia di Lucca, nella regione Toscana.
In Garfagnana viene chiamata Farina di Neccio, dove neccio significa tutto ciò che è a base di Castagna: polenta di neccio, farina di neccio, necci..
La farina di neccio ha rappresentato nel corso di molti secoli il principale alimento della popolazione contadina della Garfagnana, tanto che molti nonni adesso la evitano volentieri dato che è stato il loro unico alimento durante l'infanzia e gli inverni rigidi del tempo!
La farina è ottenuta dalle castagne delle varietà carpinese, pontecosi, mazzangaia, pelosora, rossola, verdola, nerona e capannaccia, che vengono raccolte in autunno ed essiccate per quaranta giorni nei metati dove il fuoco viene alimentato con legno di castagno. Dopo un'accurata selezione, le castagne secche vengono trasformate in farina mediante macine di pietra.
La farina di neccio si presta a molti utilizzi in cucina, che prendono nomi diversi a seconda della zona: le mondine, i necci, la polenta, le ballotte, le tullore, il castagnaccio, la vinata, le cialde, le frittelle, i biscotti, i dolci, la pasta, i bomboloni (bombonecci!!)...

RICETTA: La Polenta di Neccio
Ingredienti:
2 lt acqua (1 lt ogni mezzo kg di farina)
1 kg farina di castagne
sale q.b. (poco)
In una pentola abbastanza grande (meglio un paiolo di rame) mettere a
bollire l'acqua nelle quantità desiderata con poco sale. Quando l'acqua bolle, dopo averla setacciata, gettare tutta
insieme la farina. Noterete che coprirà completamente la superficie
dell'acqua: a questo punto servono braccia forti per girare energicamente in senso antiorario in modo che non si formino grumi. Qualora l'impasto risultasse troppo duro aggiungere poca alla volta acqua
bollente. Continuate a mescolare e fate cuocere per circa quaranta minuti.
A questo punto la polenta sarà cotta: toglietela dal fuoco e con
un mestolo bagnato di acqua cercate di riunire la polenta al centro del
recipiente. Rovesciate il tutto sulla spianatoia di legno bagnata di
acqua battendo il bordo per farla cadere tutta insieme.
Tagliatela a fette (una volta si usava un filo o un apposito archetto) e gustatela
da sola, o con ricotta,
formaggio fresco, uovo fritto, ossi di maiale bolliti o il tipico biroldo fritto con l'aceto e la salsiccia.
Se avanza è ottima anche a colazione, inzuppata nel latte caldo oppure fritta o abbrustolita.